La vita è un viaggio a volte bellissimo, come una vacanza con la persona che ami e le emozioni più forti e intense ti volano attorno come mille farfalle colorate. A volte invece è un percorso impervio in alta montagna con pioggia, nubi tremende con la paura più nera che ti assale come mille pipistrelli.
Io viaggio spesso, per amore. I cardini della mia vita sono a duecentocinquanta chilometri di distanza e io faccio la spola tra il mio sole e la mia luna come un pianeta terra che non può far a meno di entrambi.
Viaggio in treno e seduto guardo scorrere i paesaggi davanti a me. Dal mare meraviglioso della mia piccola terra promessa Trieste, alla campagna friulana, ai colli veneti fino alla città che mi ha visto nascere, ma che ho lasciato alla sua pace apparente come il suo fiume l’Adige che scorre lento e cheto celando però i segreti più oscuri.
È il mio attimo di riflessione, di pace emotiva, la tratta Trieste -Verona. È il mio momento zen, lo spazio temporale che divide le mie vite tanto diverse e forse incompatibili, ma che sono l’ossigeno dei polmoni della mia esistenza, la mia foresta amazzonica.
E in treno i sentimenti affiorano: rivedo gli occhi innocenti (forse) e forti, decisi e determinati della mia piccola donna, una bambina forse cresciuta un po’ troppo in fretta, ma che nasconde una dolcezza infinita, e che a volte risolve con semplici parole quesiti che il suo papà strampalato si pone per settimane, anche solo con un abbraccio, un bacio, un sorriso che fanno provare al cuore i sensi del palato. È come mangiare il mio piatto preferito cucinato nel migliore dei modi dopo anni e sentire il sapore nel cuore con l’emozione estasiante che rapisce la mente.
E vedo gli occhi dolci e pieni d’amore, a volte persi nei vortici della vita di quell’uomo uragano che ha stravolto la mia. La sua pioggia ha bagnato la mia terra arsa e sterile, ha fatto nascere i fiori e i frutti più belli e buoni del creato, sopportare la tempesta con il vento, la grandine, la pioggia battente che lui ha scatenato dentro di me. È stato terribile ma ho resistito, non mi sono nascosto in una grotta no, ho affrontato tutte le intemperie a testa alta per lui, per me, per noi, poi è spuntato il sole. Il mio cuore si è riscaldato e ho iniziato a vivere, a respirare, a fiorire.
Così in treno tante volte piango, perché sono felice, nonostante la frenesia della mia vita, sempre a ruotare per poter vedere i raggi del mio sole riscaldare il cuore e poter godere del chiarore della mia luna per lenire tutte le mie ferite, le mie ansie, le mie paure. In treno io amalgamo i miei sentimenti, dentro un cuore diviso solo dalla distanza materiale dei miei grandi amori. Ma a dividerci sono solo i chilometri perché nel cuore di tutti e tre siamo uniti come un solo impasto. La mia famiglia è proprio come una buona torta fatta di tre ingredienti molto diversi da loro, miscelati da un amore infinito più forte della distanza, un sentimento più veloce del treno che mi accompagna nei miei viaggi e ci tiene sempre uniti.
La mia famiglia è un dolce buonissimo fatto di sole, luna e terra uniti dall’amore e cotti dentro un treno. Ha ragione mia figlia: siamo una famiglia strampalata ma siamo felici!
K2